I rischi del trapianto fecale nel cane
L'FMT è sicuro?

Il trapianto fecale nei cani con enteropatia cronica si sta diffondendo sempre più come strumento per curare, o almeno alleviare sintomatologia quali diarrea, vomito, inappetenza e perdita di peso.

Una recente pubblicazione di FMT fatti su circa 40 cani riporta un'efficacia di circa 77%.
La nostra esperienza nel contesto Progetto Pet FMT, con oltre 200 animali trattati, conferma questo dato.

Purtroppo però iniziano a diffondersi anche miti e falsità, che allarmano i proprietari che si trovano a valutare se scegliere questa strada, ma che nulla hanno a che vedere con la scienza, che invece nel caso del microbioma e del trapianto fecale è solida e in continua crescita.

Il trapianto fecale nei cani è sicuro?

Cosa risponde la scienza?

Si, il trapianto fecale sicuro

tanto che viene fatto anche in età pediatrica (vedi letteratura in calce).

Ma, ci sono dei ma... 

Se ti chiedessi: "mangiare una mela è sicuro?"
Probabilmente risponderesti di si.
Ma come per il trapianto fecale, anche qui ci possono essere dei ma...
- Se la mela è marcia?
- Se la mela la magia un anziano con problemi di deglutizione, a cui può andare di traverso?
- Se la mela in realtà non è una mela normale, ma la mela di Biancaneve?
- Se la mela la mangia un diabetico o un allergico?

Quali sono questi "ma"?

rischi FMT nel cane


1. Il donatore di materiale fecale per l'FMT in cane

È il primo "ma" perché il rischio principale del trapianto fecale in generale è il trasferimento di un patogeno, in particolare se antibiotico resistente.
Nell'uomo esistono diverse linee guida per la selezione, pubblicate da consorzi di ricercatori riuniti per condividere le "Best practices", ma purtroppo nel cane sono ancora solo accennate.
Il Progetto Pet FMT di EuBiome, approvato dall'OPBA dell'Università di Padova, ha preso spunto dalla letteratura umana e animale e prevede 5 fasi di selezione.

1) Un questionario molto approfondito al proprietario
In questa fase si escludono a priori animali sopra i 6 anni (il microbioma invecchia), che abbiano preso più di un ciclo di antibiotici nella loro vita e più lungo di 5 giorni e non negli ultimi 6 mesi (gli antibiotici sono una causa potentissima di disbiosi) e altre caratteristiche dell'animale o dello stile di vita che mettano a rischio la qualità del microbioma.

2) L'analisi del microbioma intestinale
Il profilo del microbioma del donatore deve essere compatibile con quello della popolazione sana di riferimento: essere ricco di specie e in particolare di quelle importanti, e non avere patobionti (potenziali patogeni) al di fuori della norma.
Ad esempio E.coli è un potenziale patogeno, ma è anche un normale residente dell'intestino. Può creare problemi quando è in eccesso.
Tutto questo si può verificare se si effettua il sequenziamento del microbioma e se si ha a disposizione una popolazione di animali sani a cui fare riferimento.

3) L'analisi delle feci classiche
Con questo metodo si cercano i patogeni e parassiti con analisi standard (flottazione, elisa, qPCR). Ovviamente scartiamo tutti gli animali che hanno patogeni, parassiti e possono produrre tossine pericolose.

4) Analisi del sangue
Le analisi del sangue possono mostrare eventuali patologie o malfunzionamento di organi prima che si manifestino i sintomi. Guardiamo in particolare marcatori della funzionalità intestinale (Folati, TLI, Vitamina B12).

5) Visita veterinaria
Infine una visita veterinaria in cui dati alla mano e visita completa dell'animale consentono al veterinario di certificare lo stato di salute dell'animale.

Nel caso del Progetto Pet FMT solo il 5% dei potenziali donatori che  iniziano il percorso di valutazione risulta idoneo alla fine.


2. Il processo di produzione del materiale fecale.

DONATORE IDONEO non è sinonimo di MATERIALE FECALE PRIVO DI PATOGENI
Oltre alla selezione del donatore, che dà una ragionevole certezza che il donatore non sia portatore sano di patogeni, è poi fondamentale  accertarsi che anche il materiale che viene trasferito sia privo di patogeni.

Non è automatico!

Il donatore che ha concluso positivamente il percorso di valutazione, subito dopo potrebbe prendersi un'infezione e diventare portatore sano, e se per il trapianto si utilizzano le feci del giorno dopo, "Huston, abbiamo un problema".
O meglio potremmo avere un problema, ma ne parliamo sotto.

Torniamo alla qualità del materiale fecale. Per evitare il problema appena accennato, le procedure del Progetto Pet FMT prevedono di mettere in quarantena il materiale raccolto per un mese e mezzo e congelato, fintanto che ripetiamo questionario e analisi delle feci al donatore e ci accertiamo che sia ancora sano e privo di patogeni.

Ma non ci basta questo: il materiale viene prima liofilizzato e poi analizzato. Verifichiamo il profilo del microbioma, in modo da accertarci che la composizione sia ancora compatibile con quella della popolazione sana di riferimento.
Solo a questo punto il lotto di materiale viene incapsulato e distribuito, con l'ulteriore vantaggio che decine di animali riceveranno lo stesso microbioma, e nel malaugurato caso che le precauzioni a monte non fossero state sufficienti, siamo in grado di risalire velocemente a chi ha ricevuto il materiale, e di qual donatore, avvisare tutti e approfondire eventuali cause.

Non dare per scontato che sia sempre così!


3. Il ricevente dell'FMT

È il terzo "ma", perchè ogni organismo risponde diversamente in base al suo stato di salute.
Abbiamo imparato con la recente pandemia di Covid-19 che l'incontro con lo stesso virus può dare esiti molto diversi; vale anche per i batteri, per i farmaci e gli alimenti, se ci pensi. Ma quando un organismo è FRAGILE il rischio di problemi aumenta.

Come per la mela mangiata da un anziano con problemi di deglutizione, o da un diabetico, anche il trapianto fecale può dare effetti collaterali a un ricevente.

Nell'uomo gli effetti collaterali sono stati raccolti per centinaia di studi e per migliaia di pazienti, anche in età pediatrica.
Ci sono decine di lavori scientifici che hanno analizzato e riassunto questi dati.
Ma si tratta di effetti soggettivi e per lo più autolimitanti. Circa il 20% ha segnalato sintomi lievi o moderati, circa l'1% effetti gravi, anche se non sempre si riesce a comprendere se la causa sia il materiale fecale, la modalità di somministrazione o altro.


Che si tratti di risposte soggettive, nel Progetto Pet FMT lo vediamo chiaramente, perchè lo stesso lotto di capsule con lo stesso contenuto, viene dato a decine di animali enteropatici, con effetti molto diversi tra loro. E non mi riferisco solo agli effetti collaterali, ma anche a quando compaiono i benefici, all'entità degli stessi, a quanto durano, e ad altri parametri che stiamo raccogliendo dai proprietari e dai veterinari che partecipano.


4. La via di somministrazione dell'FMT in cane

È l'ultimo "ma" e uno dei rischi noti e molto studiati nell'uomo.

Di questo ho già parlato in un precedente post: "Somministrare il trapianto fecale. Quale la giusta via per il riequilibrio?" a cui rimando.

Riporto solo che la scelta può cambiare radicalmente aspetti quali la sicurezza, il livello di invasività, la necessità di ospedalizzazione, la facilità di somministrazione, la compliance del paziente o del proprietario, e l'efficacia.
Le differenze principali possono essere catalogate come segue:
Via: superiore, inferiore, stomia
Tecnica: endoscopia, stomia, clistere, capsule
Natura del materiale fecale: fresco, congelato, liofilizzato

A presto!

Barbara Simionati

Laureata in biologia con Master in Business and Management, ho lavorato per molti anni nell'ambito del sequenziamento del DNA e successivamente del microbioma. Ho co-fondato di due spin-off dell'Università di Padova: BMR Genomics e EuBiome. Attualmente sono amministratore di EuBiome e docente presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova.
Scrivimi a barbara.simionatieubiome.it

Referenze

The use of Faecal Microbiota Transplantation (FMT) in Europe: A Europe-wide survey. 
Baunwall SMD, Terveer EM, Dahlerup JF, et al.
Lancet Reg Health Eur. 2021

Safety and Efficacy of Fecal Microbiota Transplantation in Treatment of Inflammatory Bowel Disease in the Pediatric Population: A Systematic Review and Meta-Analysis.
Hsu, Mark et al.
Microorganisms vol.  2023

Miti e idee sbagliate sul microbioma
Umano e non (parte 1)