In questo post riportiamo un caso di studio in cui un barboncino toy maschio intero di 10 anni con malattia infiammatoria intestinale (Inflammatory Bowel Disease o IBD) è guarito facendo il trapianto fecale ripetuto più volte nel tempo.
Il cagnolino aveva una lunga storia di diarrea e vomito.
Dopo una serie di analisi (sangue, feci, endoscopia) gli è stata diagnosticata una IBD idiopatica.
I trattamenti convenzionali che si sono susseguiti partono dall'antibiotico (metronidazolo, orbifloxacina e Tilosina), per poi passare agli immunospressori (prednisolone/cyclosporina). Questi ultimi hanno portato un iniziale miglioramento della consistenza delle feci ma senza il farmaco la condizione clinica non si è stabilizzata.
Quindi si è deciso di provare il trapianto di microbioma fecale (FMT).
Il trapianto fecale (FMT)
L’FMT è il trasferimento dei microbi intestinali di un organismo sano in uno malato, con lo scopo di riequilibrare il microbioma squilibrato (disbiotico) del ricevente.
Il donatore di microbioma
Il donatore scelto è un Golden Retriever maschio di 4 anni, 33 Kg, sterilizzato, in buona salute. Sono stati fatti esami fisici e clinici, emocromo completo, analisi biochimiche sieriche, radiografia, ecografia addominale ed esame fecale, compresa PCR real time, che non ha rivelato microbi patogeni, e test del microbioma, risultato nella norma.
Trattamento in base a sintomi e SCORE fecale
Ma c’erano delle incognite da affrontare.
Non essendo disponibili protocolli che indicassero dosaggio e durata ottimali, i ricercatori hanno deciso di modulare la somministrazione in base ai sintomi: consistenza e frequenza delle feci, vomito, flatulenza.
L’aiuto del proprietario è stato fondamentale!
Poco dopo tre
settimane dal primo trattamento fatto attraverso enema rettale, ha
segnalato un aumento della frequenza dei flati e peggioramento
dell’odore.
In base a questo i veterinari hanno deciso di ripetere il trapianto via enema ogni tre settimane. E l’hanno fatto per 9 volte nell’arco di 6 mesi.
I sintomi clinici dopo il trapianto fecale
I veterinari hanno valutato le variazioni dei sintomi clinici utilizzando l’indice di attività della malattia infiammatoria intestinale canina (CIBDAI) e lo score fecale WalthamTM. Da 3 a 11 giorni post-FMT, la frequenza di vomito e defecazione del paziente è diminuita e le feci hanno mostrato consistenza normale. Il punteggio CIDBAI è migliorato da 9 a 4, mentre il punteggio WalthamTM è migliorato da 5 a 2. Non si sono verificati effetti avversi nel corso del trattamento con FMT.
La disbiosi del microbioma intestinale
In questo studio è stato analizzato il microbioma prima, durante e al termine del trattamento, utilizzando il sequenziamento del gene 16S rRNA che fotografa la composizione batterica (chi c'è e quanto ce n'è).
Proteobacteria e Fusobacteria (52,2% e 0% rispettivamente) prima del trattamento nel paziente erano molto distanti dal profilo del donatore (3,2% e 24,5%).
Un microbioma estremamente disbiotico.
Test del microbioma
L'immagine mostra i cambiamenti del profilo del microbioma prima, durante e dopo i vari trapianti fecali, e rispetto al donatore sano.
In ascisse la data della singola somministrazione FMT.
Ci sono volute 9 somministrazioni nell'arco di 6 mesi!
Alla fine si è avuta una notevole riduzione della percentuale di proteobatteri e un aumento della percentuale di fusobatteri e altri gruppi batterici dominanti (Firmicutes e Bacteroidetes).
Per la prima volta i ricercatori hanno riportato che il profilo del ricevente alla fine del trattamento era diventato simile a quello del donatore.
In conclusione?
A distanza di 63 giorni dall’ultimo trapianto il cagnolino stava bene.
Si tratta di un solo caso, ma fa vedere che il trapianto fecale può essere efficace.
Il caso mostra che:
- un trapianto fecale ripetuto e prolungato nel tempo può attecchire e riportare l'eubiosi.
- un microbioma riequilibrato si accompagna alla risoluzione dei sintomi clinici.
- non sono stati rilevati eventi avversi.
Nei cani e gatti la conoscenza sul trapianto fecale è oggi purtroppo molto limitata.
La
storia che abbiamo riportato è uno dei pochi studi pubblicati in
letteratura, ma ne conferma l’efficacia e la sicurezza, anche in caso di
somministrazioni a lungo termine.
Nell’uomo invece il trapianto fecale di microbiota (FMT) è già protocollo clinico per curare le infezioni da C.diff., come spiega il Prof. Edoardo Savarino dell’Università di Padova in questa intervista.
Inoltre sono in corso oltre 400 trial clinici su varie malattie umane (Vedi Clinicatrial.gov).
Da uno di questi è nata una recente pubblicazione che conferma le potenzialità in colite ulcerosa del trapianto prolungato nel tempo.
Referenze
Improvement in Clinical Symptoms and Fecal Microbiome After Fecal Microbiota Transplantation in a Dog with Inflammatory Bowel Disease di Niina et all. pubblicato su Veterinary Medicine: Research and Reports, dic. 2019.
Barbara Simionati
Laureata in biologia con Master in Business and Management, ho lavorato per molti anni nell'ambito del sequenziamento del DNA e successivamente del microbioma.Ho co-fondato di due spin-off dell'Università di Padova: BMR Genomics e EuBiome. Attualmente sono amministratore di EuBiome e docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova.
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