Nutrizione e trapianto fecale nell'enteropatia cronica
Il ruolo fondamentale della dieta e dell'FMT

Le conoscenze sul microbioma stanno rivoluzionando la pratica clinica in veterinaria.

Nel volume n.3 "PUTTING MICROBIOME SCIENCE INTO PRACTICE" del Purina institute, la dr.ssa Kathrin Busch, dell'Università Ludwig Maximilians di Monaco di Baviera, affronta il tema dell'utilizzo della dieta e del trapianto fecale nell'enteropatia cronica.
Riportiamo qui i punti salienti. 

Introduzione

È noto anche che la maggior parte dei cani con enteropatia cronica (CE) presenta un microbioma alterato rispetto agli individui sani e che la disbiosi, associata a predisposizione genetica e risposta immunitaria locale eccessiva, è causa della malattia.

Dieta

La dieta ha un impatto significativo a breve e lungo termine sulla composizione del microbiota intestinale. Può influenzare il sistema immunitario mucosale, la permeabilità intestinale e la motilità intestinale. La gestione alimentare è quindi l'approccio terapeutico più importante nel trattamento dei cani con enteropatia cronica (CE). Anche nei cani con malattia moderata o grave, un miglioramento clinico può essere ottenuto solo attraverso il cambiamento della dieta. Tuttavia, l'enteropatia sottostante spesso persiste, anche durante la remissione clinica, con possibilità di recidiva
Il miglioramento clinico dopo il cambiamento della dieta è atteso entro 1-2 settimane. In caso contrario si dovrebbe provare almeno un'altra dieta, compresa una idrolizzata. Se invece i sintomi non migliorano significativamente, è necessario ricorrere a terapie aggiuntive come il trapianto fecale del microbiota e/o la terapia immunosoppressiva, mantenendo una dieta appropriata.

Trapianto Fecale del Microbiota (FMT)

Il FMT si riferisce al trasferimento delle feci da un donatore sano nell'intestino di un paziente malato con l'obiettivo di modificare il microbiota intestinale. In medicina veterinaria, le indicazioni attuali per l'FMT includono principalmente l'enteropatia cronica e la diarrea dopo l'uso di antibiotici. L'FMT può indurre un cambiamento nel microbioma intestinale, che di solito scompare dopo 3-4 settimane. Specialmente nelle condizioni croniche, consigliamo una terapia concomitante con modifiche dietetiche per garantire il successo a lungo termine. L'uso del FMT per malattie extra-gastrointestinali attualmente non è ancora studiato a sufficienza, ma è promettente.

In sintesi

■  La modifica nutrizionale e gli integratori dovrebbero essere la prima strategia di gestione nei cani e gatti con enteropatia cronica (CE).

■ Se il primo tentativo con la dieta fallisce, si consiglia un altro cambiamento di dieta. Prima di iniziare il trattamento immunosoppressivo o provare il trapianto fecale del microbiota (FMT), si dovrebbe tentare con una dieta idrolizzata.

■ La dieta dovrebbe continuare a far parte della terapia anche quando viene raggiunta solo una remissione parziale. L'FMT è un'opzione per i cani che non rispondono completamente, poiché il FMT può modulare il microbiota intestinale nei cani con CE e migliorare i sintomi.

Osservazioni personali

In questo articolo, la dr.ssa Kathrin Busch sottolinea che i trattamenti efficaci per contrastare la disbiosi del microbioma intestinale sono la dieta e il trapianto fecale. 
Ma siamo solo agli inizi della rivoluzione che si è aperta con la capacità di studiare il microbioma. Abbiamo intuito il ruolo e le potenzialità della dieta e del trapianto fecale, ma siamo ancora lontani dall'essere in grado di modulare il microbioma in maniera mirata e personalizzata.

Si fa cenno alla "dieta appropriata", ma cosa significa? Come formularla, sapendo che la centrale metabolica è il microbioma e che questo, oltre a cambiare da soggetto a soggetto, è alterato nelle enteropatie croniche.

Si fa cenno anche al fatto che il trapianto dura 3-4 settimane, ma l'esperienza del Progetto Pet FMT con oltre 350 trapianti, ci dice che la situazione è molto più complessa. Ai due estremi ci sono i casi che risolvono con un solo ciclo di capsule e quelli che proseguono per mesi, con recidive nel momento in cui smettono la somministrazione.
I fattore chiave sono:
1. l'attecchimento dei microbi somministrati 
2. il loro permanere in equilibrio nel tempo

Di certo una "dieta appropriata" potrebbe supportare entrambe le attività.
Nell'uomo ci sono i primi trial clinici in cui si sta cercando di capire quale dieta possa meglio accompagnare il trapianto fecale e la fase POST-FMT, per supportare l'attecchimento e il mantenimento dell'equilibrio raggiunto.

Ad titolo di esempio della complessità, ma anche della potenzialità della modulazione del microbioma con la nutrizione, mi piace riportare il lavoro di un gruppo di ricerca che da anni si occupa di intolleranza al lattosio nell'uomo. La ricerca ha dimostrato che fornendo un prebiotico di GOS ultra-puri (non quelli normalmente presenti in commercio) si può migliorare i sintomi dei soggetti intolleranti al lattosio, raggiungendo la tolleranza al lattosio nella maggior parte dei partecipanti. Ha dimostrato anche che il risultato è associato a cambiamenti del microbioma indotti dai GOS, in particolare alla crescita di batteri in grado di fermentare il lattosio.

Le disbiosi possono essere di varia natura: alle volte, come per l'intolleranza al lattosio, i microbi ci sono, ma non sono sufficienti per svolgere le loro attività; un apporto nutrizionale corretto può aiutare a farli crescere. Altre volte invece i microbi sono stati spazzati via (dagli antibiotici o da un ambiente intestinale inospitale) e vanno re-immessi con il trapianto fecale.
L'assenza di microbi importanti è una delle condizioni che vediamo più di frequente negli animali che partecipano al Progetto Pet FMT. Con uno o più FMT in genere vediamo questi microbi ricomparire, fino a ripristinare una composizione equiparabile a quella degli animali sani.

Il futuro è tracciato, la ricerca prosegue...

Referenze

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Barbara Simionati

Laureata in biologia con Master in Business and Management, ho lavorato per molti anni nell'ambito del sequenziamento del DNA e successivamente del microbioma.Ho co-fondato di due spin-off dell'Università di Padova: BMR Genomics e EuBiome. Attualmente sono amministratore di EuBiome e docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze del Farmaco dell'Università di Padova.

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